Dal primo gennaio 2023 va in soffitta il lavoro agile semplificato, sperimentato durante il Covid, mentre resta il diritto prioritario esclusivamente per i lavoratori fragili, almeno per il primo trimestre 2023: lo prevede la legge di Bilancio 2023. Una sorta di proroga dimezzata rispetto alle norme fino al 31 dicembre, che riconoscevano il diritto anche ai genitori di figli fino a 14 anni.
Nel corso dell’iter di conversione della Manovra economica, è stata inserita la proroga fino al 31 marzo 2023 del diritto allo smart working per «i lavoratori dipendenti pubblici e privati affetti dalle patologie e condizioni individuate dal decreto del Ministro della Salute di cui all’articolo 17, comma 2, del decreto-legge 221/2021» convertito, con modificazioni, dalla legge 11/2022. Sono i cosiddetti lavoratori fragili. Queste le patologie ammesse:
- marcata compromissione della risposta immunitaria,
- trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva,
- trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro due anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica),
- attesa di trapianto d’organo,
- terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CART),
- patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi,
- mielosoppressivi o a meno di sei mesi dalla sospensione delle cure,
- immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.),
- immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.),
- dialisi e insufficienza renale cronica grave,
- pregressa splenectomia,
- sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), con conta dei linfociti T CD4+ < 200cellule/µl o sulla base di giudizio clinico.
Lavoro agile anche per pazienti con almeno tre delle seguenti patologie:
- cardiopatia ischemica,
- fibrillazione atriale,
- scompenso cardiaco,
- ictus,
- diabete mellito,
- bronco-pneumopatia ostruttiva cronica,
- epatite cronica,
- obesità.
A questi dipendenti, il datore di lavoro non può negare lo smart working, se lo richiedono. Gli altri lavoratori, invece, possono lavorare in modalità agile in base agli accordi aziendali.