Corte di Giustizia dell’Unione Europea: SI ai giorni di ferie maturate e non pagate

La Corte di Giustizia Europea è intervenuta in materia di indennità sostitutiva per ferie maturate e non godute, con la Sentenza del 18 gennaio 2024.

La Corte ha condannato la normativa italiana che non prevede il pagamento di tale indennità in quanto in contrasto con quella europea (Diritto Comunitario) ed ha ritenuto non valide le ragioni relative al contenimento della spesa pubblica addotte dalla legge nazionale.

La Sentenza ha riconosciuto il diritto anche a chi cessa dal servizio per dimissioni e pertanto, si deve quindi scindere dalle cause di cessazione dal servizio (vecchiaia, anticipata, dimissioni volontarie).

I casi più rilevanti di personale che non ha potuto usufruire del periodo di ferie, indipendentemente dalla loro volontà, alla data di risoluzione del rapporto di lavoro ed ottenere l’eventuale indennizzo, si riscontrano nel comparto della Sanità, a causa delle croniche carenze organizzative aziendali (soprattutto nel periodo della pandemia da Covid19).

L’indennità non può essere erogata solo nel caso in cui il lavoratore si sia astenuto dal fruire dei giorni di ferie deliberatamente, sebbene il datore di lavoro lo abbia invitato a farlo, informandolo del rischio di perdere tali giorni alla fine del periodo di riferimento.

Se il datore di lavoro non è in grado di dimostrare la diligenza necessaria affinché il lavoratore fosse in condizione di fruire dei giorni di ferie annuali retribuite ai quali aveva diritto, il mancato pagamento della relativa indennità rappresenta una violazione dei diritti fondamentali della Corte Europea.

Si allega la relativa “diffida” che deve essere trasmessa, dagli interessati a mezzo PEC o raccomandata R.R., direttamente al Datore di Lavoro.

 

 

Allegata Diffida