Legge di Bilancio 2024: si alle rivalutazioni delle pensioni per il 2024 ed al conguaglio per l’anno 2022, alla “nuova” quota 103 e proroga dell’Ape Sociale

La misura di maggior impatto, come a più riprese sottolineato dall’Esecutivo Meloni, della Legge di Bilancio del 2024 è la proroga del taglio del cuneo contributivo-fiscale per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35mila euro, che si traduce in un aumento in busta paga analogo a quello già previsto da luglio e fino a dicembre, fino a 100 euro per 14 milioni di lavoratori (al costo di circa 10 miliardi per il 2024).

Un altro capitolo fondamentale della Manovra riguarda le misure per famiglie, con aiuti ai nuclei con almeno tre figli e redditi bassi, una decontribuzione per le madri con almeno due figli, un altro mese all’80% per il congedo parentale facoltativo, asilo nido gratis per il secondo figlio. A tutto questo si associa la conferma della decontribuzione sui fringe benefit, che diventa strutturale ma ridotta a 2.000 euro per chi ha figli e 1.000 euro per gli altri. Confermata per il 2024 anche la social card Dedicata a te.

Per il capitolo pensioni, viene istituita una nuova misura denominata “Flessibilità in uscita” che accorpa APE Sociale e Opzione Donna, con un mix di requisiti tra le due formule (si attende la pubblicazione del provvedimento per conoscere i dettagli). In base alle anticipazioni della Premier Giorgia Meloni, fornite in conferenza stampa di presentazione della Manovra, il requisito contributivo dovrebbe essere pari a 36 anni per caregiver, disoccupati, gravosi e disabili e pari a 35 anni per le donne.

Quota 103 viene prorogata ma cambiano i requisiti, in senso peggiorativo: 41 anni + 63 anni di età – quindi “quota 104”, pur restando gli incentivi per gli sceglie di restare a lavoro (Bonus Maroni). Restano anche le finestre mobili di uscita.

Non viene invece toccata l’indicizzazioni delle pensioni, che resta dunque confermata anche per il 2024:

  • rivalutazione al 100% per le pensioni fino a 4 volte il minimo
  • rivalutazione al 90% per le pensioni da 4 a 5 volte il minimo
  • poi si procede a scalare, come lo scorso anno.

Confermata anche la rivalutazione maggiorata per le pensioni minime degli ultrasettantacinquenni.

Eliminato il vincolo per i contribuenti contributivi puri (come i giovani) che imponeva, per poter andare in pensione di vecchiaia (oggi a 67 anni) la maturazione dell’assegno pensionistico pari ad 1,5 volte la pensione sociale.

Fra i decreti approvati, il più importante è probabilmente quello fiscale. E’ uno schema di decreto legislativo, attuativo della legge delega di riforma fiscale. Dovrà quindi andare in Parlamento solo per un parere e poi tornare in CdM per approvazione definitiva.

Contiene per prima cosa la riduzione degli scaglioni IRPEF da quattro a tre, a favore dei redditi bassi (costo della misura pari a 4 miliardi di euro): per il 2024 vengono accorpati i primi due scaglioni, per cui si applica l’aliquota IRPEF al 23% fino a 28mila euro di reddito (da lavoro e pensioni).

Per controbilanciare il costo della riforma IRPEF, c’è un taglio alle detrazioni fiscali per i redditi superiori a 50mila euro annui, che si applicheranno soltanto sopra la franchigia di 260 euro.

Si amplia poi a 8.500 euro la no tax area per i redditi di lavoro dipendente, che oggi è pari a 8.145 euro, mentre dal 2024 viene equiparata a quella delle pensioni.

C’è poi una nuova deduzione fiscale per chi assume giovani e donne (dovrebbe essere la misura destinata a sfociare nella Mini-IRES prevista dalla riforma fiscale). Il nuovo incentivo per chi assume sostituisce le attuali decontribuzioni strutturali per giovani e donne e consiste in una super-deduzione al 120% per tutte le assunzioni a tempo indeterminato ed al 130% per chi assume madri, percettori di Reddito di Cittadinanza e lavoratori con invalidità. La misura è cumulabile con le agevolazioni per chi assume nel Mezzogiorno.

Viene anche confermata per altri tre anni l’ammortizzatore ISCRO per gli autonomi. E si conferma la possibilità (per le Partite IVA con fatturato fino a 170.000 euro) di rateizzare l’acconto IRPEF 2024 in scadenza il 30 novembre 2023, pagandolo a rate da gennaio a giugno prossimo.

 

Il consueto decreto legge collegato alla Manovra contiene l’annunciato anticipo del conguaglio sulle pensioni: il recupero della rivalutazione 2022 rispetto agli assegni pensionistici pagati finora nel 2023, sarà erogato con il cedolino di novembre e dicembre, come da noi pubblicato qualche giorno fa.

Il decreto legge dovrà essere convertito in legge dal Parlamento, ma con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale le sue misure entreranno subito in vigore.

 

Il decreto legislativo sulla fiscalità internazionale contiene la Global Minimum Tax, nuova imposta al 15% che si applicherà agli utili prodotti in Italia dalle grandi aziende e multinazionali con ricavi superiori a 750 milioni di euro.

Nello stesso provvedimento si delinea un quadro più chiaro delle norme legate alla residenza fiscale dei lavoratori, per fugare dubbi impositivi e sovrapposizioni nei casi di smart working oltre-frontiera.

Di contro, chi vive in Italia lavorando in smart working per un’azienda estera, dovrà pagare le tasse in Italia.