Cassa Forense : riforma previdenziale con passaggio graduale al contributivo

La Cassa Forense ha approvato la Riforma della previdenza forense.

E’ quanto rende noto l’Ente di previdenza degli avvocati in un comunicato di ieri, 3 novembre 2022, a firma del Presidente, Avv. Valter Militi.

A partire dal 2024, il sistema pensionistico dell’Avvocatura passerà gradualmente dal calcolo retributivo delle pensioni a quello contributivo.

Il nuovo regolamento deliberato dal Comitato dei Delegati di Cassa Forense disciplina, in primo luogo, tre diverse situazioni, a seconda dell’anzianità di iscrizione:

  • per i futuri iscritti, si applicherà il sistema di calcolo contributivo delle prestazioni in modo integrale;
  • per gli avvocati con anzianità di iscrizione inferiore a 18 anni al 31 dicembre 2023 si applicherà, invece, un sistema di calcolo “misto”, equivalente al contributivo pro-rata (retributivo per gli anni ante riforma e contributivo per gli anni successivi);
  • per gli avvocati già iscritti, con un’anzianità di almeno 18 anni al 31 dicembre 2023, continuerà ad applicarsi l’attuale sistema retributivo, con la modifica del coefficiente di rendimento per il calcolo della pensione da 1,40% a 1,30%, solo per gli anni successivi all’entrata in vigore della riforma.

E’ inoltre previsto il graduale innalzamento di due punti (16% dal 2024 e 17% dal 2026) dell’aliquota per il calcolo del contributo soggettivo mentre il contributo soggettivo minimo verrà ridotto dai circa 3mila euro attuali a 2.200 euro.

Tale intervento – viene spiegato nel comunicato – “viene incontro alla fascia più debole dell’Avvocatura che, fino ad un reddito di € 17.324 potrà contare su una effettiva riduzione della contribuzione dovuta rispetto alla normativa vigente”.

Durante i primi 4 anni di iscrizione, si avrà una contribuzione soggettiva direttamente proporzionale al reddito professionale prodotto, senza obbligo di contributo minimo, mentre a partire dal quinto anno e fino all’ottavo, il minimo soggettivo sarà ridotto al 50% (1.100 euro).

Entro i primi 12 anni di iscrizione alla Cassa, rimane la possibilità, concessa su base volontaria, di integrare i minimali non versati.

Tra le ulteriori novità:

  • viene elevata, dal 10 al 15%, l’aliquota per la contribuzione modulare volontaria;
  • si prevede un innalzamento, dal 7,5% al 10%, dell’aliquota del contributo soggettivo dovuto dai pensionati che proseguano nell’attività professionale.

 

Pensione di Vecchiaia

Secondo quanto si apprende, restano invariate le regole per l’accesso alla pensione di vecchiaia, vecchiaia anticipata e anzianità.

Per i nuovi iscritti dal 2024, i tre istituti verranno tuttavia riunificati nella pensione di vecchiaia, con previsione di calcolo interamente contributivo e con requisiti di accesso più favorevoli (20 anni di anzianità contributiva).

Al fine mantenere l’adeguatezza delle prestazioni, è stato messo a punto un meccanismo di calcolo che aggiunge al montante contributivo anche un punto percentuale di quanto versato a titolo di contributo integrativo.

E’ stato disposto, a seguire, un ulteriore beneficio applicabile in sede di pensionamento, per i casi di maternità, adozione e paternità: il coefficiente di trasformazione viene aumentato di un anno rispetto all’effettiva età anagrafica con consequenziale aumento delle pensioni di vecchiaia calcolate con il sistema contributivo.

Novità anche per quel che concerne l’integrazione al minimo della pensione che sarà gradualmente rimodulata sino a 9mila euro annui.

 

 

La Riforma previdenziale forense – si legge ancora nel comunicato – rappresenta un passaggio necessario per far fronte alle mutate esigenze e rispondere alle previsioni dell’ultimo bilancio tecnico attuariale a 30 anni “che ipotizzano, nel lungo periodo, problemi di sostenibilità finanziaria del sistema legati principalmente alla mutata demografia della professione“.

Il Presidente della Cassa spiega che l’intervento, preceduto da due anni di studio di una apposita Commissione, ha prestato particolare attenzione ai “diritti acquisiti” e alle “aspettative” in corso di maturazione, con assoluto rispetto del principio del pro-rata temporis.

NOTA BENE: L’entrata in vigore del nuovo Regolamento previdenziale è prevista per il 1° gennaio 2024, una volta ottenuto il via libera ministeriale.

L’articolato, infatti, unitamente alla relazione tecnico attuariale, dovrà prima essere trasmesso ai Ministeri Vigilanti per la relativa approvazione.